«La recente sospensione di 90 giorni dei dazi concordata dal presidente americano Donald Trump con l’Unione Europea posticipa cambiamenti enormi per l’economia della Puglia che dobbiamo provare a scongiurare ad ogni costo: la loro effettiva introduzione colpirebbe drammaticamente settori chiave dell’economia pugliese. Prodotti tipici come olio d’oliva, pasta e vino stanno affrontando una diminuzione delle esportazioni verso gli Stati Uniti, uno dei principali mercati di sbocco per queste merci». È quanto dichiara Marco Silvestri, coordinatore di Più Europa Puglia e componente del partito nazionale.
«Secondo Confartigianato, la Puglia esporta beni verso gli Stati Uniti per un valore complessivo annuo di 928,7 milioni di euro. Non solo. Maggiori costi per l’export genera un significativo aumento dell’offerta interna e dunque prezzi più bassi: ad esempio sul prezzo del grano duro in Puglia è già sceso a 315 euro/tonnellata alla Borsa merci di Foggia. Impatti molto negativi si avranno anche sulle attività di produzione artigianale (mobili, ceramiche, tessili) destinate all’export: le nostre microimprese avranno difficoltà a generare utili con l’incertezza dei mercati commerciale internazionali», prosegue Silvestri.
«Confartigianato ha già lanciato l’allarme su “ripercussioni importanti per l’occupazione” se i dazi USA non verranno cancellati. Coldiretti Puglia parla di “migliaia di posti a rischio” nei comparti agricoli e agroindustriali se i dazi restano attivi o si irrigidiscono. Trump rischia di aver innescato un vero terremoto per i pugliesi. Dunque Più Europa aveva segnalato quali potevano essere i rischi per l’Europa, per l’Italia e per il Mezzogiorno dalle politiche dei dazi. Adesso ci aspettiamo che Meloni e Salvini, suoi sponsor, pongano rimedio», conclude Marco Silvestri, coordinatore di Più Europa Puglia e componente del partito nazionale.